NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO 2023
L’indirizzo classico del liceo “Giuseppe Berto” di Mogliano Veneto ha aderito anche quest’ anno alla Notte Nazionale del Liceo Classico, che si è svolta in un clima di grande festa ed entusiasmo (finalmente senza mascherine!) venerdì 5 maggio 2023.
Oltre a rappresentare un momento culturale significativo, l’evento ha costituito, come sempre, un’occasione importante di incontro e di condivisione della bellezza degli studi classici tra studenti, famiglie, docenti ed ex-studenti.
Anche questa volta al centro della bella iniziativa, giunta alla sua nona edizione, sono stati posti i talenti e le abilità degli studenti.
La Dirigente Maria Francesca Di Leo presenta il nostro Liceo
Gli studenti del PON Digital Content Creator hanno realizzato l’intervista alla Dirigente del Liceo Berto.
Maria Francesca Di Leo presenta la nostra scuola, sottolineando i punti di forza, gli sbocchi professionali e le prospettive future.
STATISTICA E CITTADINANZA
Il progetto “Statistica e Cittadinanza”, aperto a tutte le classi degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, promuove la cultura statistica come strumento per favorire lo sviluppo di una cittadinanza consapevole e attiva.
Il progetto prevede l’individuazione di almeno una “classe target”, che, supportata da insegnanti ed esperti Istat, propone agli studenti dell’intera scuola la compilazione di un questionario online in cui si chiede di esprimere la propria percezione riguardo alcuni aspetti inerenti all’istruzione. I risultati vengono poi analizzati dalla “classe target” e confrontati con le statistiche ufficiali a disposizione sul sito dell’Istat, in particolare alla sezione “Istruzione e Formazione”.
Lo scopo è di individuare eventuali discrepanze tra il dato oggettivo e la percezione che si ha del fenomeno in oggetto, al fine di promuovere il vantaggio derivante dall’utilizzo del patrimonio informativo della statistica ufficiale, anche nelle scelte di vita quotidiana.
Nell’anno scolastico 2022/2023 le “classi target” che hanno partecipato al progetto promosso dall’Istat sono state la 3Ba e 3C che, grazie all’aiuto delle ricercatrici Monica Bailot e Susi Osti, hanno completato questo percorso durato da inizio febbraio al 6 giugno.
Le esperte dell’Istat hanno tenuto quattro incontri principali dove sono stati presentati l’Istat come ente di ricerca pubblico, il progetto “Statistica e Cittadinanza”, la statistica ufficiale e i termini tecnici che sono poi serviti ai ragazzi per comprendere al meglio il campo della statistica e finalizzare la ricerca del dato. In particolare, nel primo incontro le docenti hanno introdotto gli studenti alla statistica ufficiale: hanno parlato di dati, fenomeni, tabelle, grafici, indicatori, ma anche delle funzioni che svolge l’Istat a livello di produzione di statistica.
Per quanto riguarda il secondo incontro, sono stati analizzati il paradosso del gioco di Monty Hall e alcuni dei dati riguardanti i fumatori in Italia ed Europa; si è inoltre parlato dei vari termini tecnici statistici, quali: popolazione, unità statistica, variabile, progettazione, verifica e somministrazione di un questionario, differenziando anche i vantaggi e gli svantaggi delle domande chiuse e aperte. Nel terzo incontro è stata fornita la matrice dei dati raccolti dal questionario somministrato al Liceo Berto, poi rielaborata in un foglio elettronico di calcolo. Durante l’incontro finale sono stati revisionati i quesiti e indicati gli errori commessi, che generalmente consistevano nell’utilizzo sbagliato di grafici e colori. Le docenti hanno inoltre fornito indicazioni riguardanti la suddivisione del lavoro in report finale e presentazioni.
Le due “classi target” sono state divise in gruppi misti dove ognuno ha svolto un compito ben preciso: dalla redazione dei report dei singoli incontri e della presentazione finale, all’elaborazione dei dati raccolti; dall’organizzazione degli eventi, ai divulgatori e agli animatori web. Oltre a questo, ogni ragazzo ha analizzato in coppia almeno due dei quesiti proposti dal questionario, fornendo grafici, tabelle e commenti per ognuno di essi.
Quest’ultimo, formato da 22 quesiti, è stato completamente fornito dall’Istat ma poi somministrato a tutta la scuola dagli “studenti target”. Il tasso di risposta è stato definito “alto”, poiché ben 1009 studenti su 1123 hanno risposto e ciò ha permesso di rendere l’indagine molto accurata e di ottenere le opinioni degli studenti in base al genere e all’età.
Le domande presenti erano suddivise in tre macrocategorie, oltre ai primi quesiti di contesto; la prima riguardava il mondo dell’istruzione (indirizzi di studio e livello di istruzione dei giovani, dal quesito 5 al 12), la seconda il rapporto tra istruzione e inserimento nel mondo lavorativo (dal quesito 13 al 19), e infine la terza era incentrata sulla soddisfazione per il lavoro (dal quesito 20 al 22).
La presentazione dei dati raccolti ed elaborati è avvenuta il 6 giugno 2023 nell’aula magna del Liceo Berto, dove le due classi, dopo aver lavorato molto per creare una presentazione di facile comprensione, hanno esposto 7 quesiti ritenuti significativi, poiché mostravano risposte che si discostavano di più o di meno dal dato ufficiale.
L’esposizione è stata suddivisa in due parti: prima sono stati presentati i quesiti al triennio, con la partecipazione della Dirigente dott.ssa Maria Francesca Dileo, l’assessore del Comune di Mogliano dott.ssa Martina Cocito e la dott.ssa Lisa Anastasio, responsabile tecnico del Comune di Mogliano, le quali hanno preso parola e sono intervenute durante la spiegazione del progetto, mostrando interessamento ed entusiasmo per quanto era stato fatto. La seconda parte invece ha coinvolto il biennio, al quale sono stati illustrati i medesimi quesiti.
I ragazzi, con questa esperienza, hanno sicuramente accresciuto la loro conoscenza riguardante il “campione” inteso come individuo costituito da dati; hanno familiarizzato con l’indagine statistica e con la complessità del processo, dovuta anche dalla grande quantità di informazioni da gestire. Un altro aspetto da sottolineare è quello della difficoltà riscontrata nel lavorare a gruppi misti tra classi, con persone sconosciute, nei quali spesso c’erano complicazioni di tipo comunicativo ed interpretativo. Nonostante le problematiche incontrate, l’attività ha avuto un riscontro positivo sia da parte dei professori che degli studenti, che ritengono che un progetto dello stesso calibro verrebbe certamente apprezzato anche dalle classi future.
BOSTON un viaggio studio
Immagina per un secondo di preparare una valigia e di imbarcarti per un’avventura entusiasmante e fuori dall’ordinario.
Immagina di rimanere chiuso per tre anni nella stessa scuola, o addirittura nella tua stessa camera a seguire le lezioni da casa, e poi avere l’opportunità di partire per l’America, quel posto così lontano che per tanti spesso rimane solo un grande sogno nel cassetto.
Immagina di immergerti in una realtà fatta di high school, prom, Starbucks, casette come quelle delle bambole, e tanto, tantissimo, sport.
Questo è quello che noi, classe quarta del liceo linguistico Giuseppe Berto di Mogliano Veneto, abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare per dodici meravigliosi giorni, quelli che per la nostra classe hanno rappresentato l’esperienza più unificante e magica di questi quattro anni di liceo.
Siamo arrivati a Winchester il pomeriggio del 24 marzo 2023, stanchissimi dopo un viaggio infinito che però ci ha portati nelle case di famiglie che fin dal primo momento sono state pronte ad accoglierci a braccia aperte, con uno spirito di ospitalità di cui gli saremo sempre grati e che soprattutto ci ha permesso di trascorrere un’esperienza dall’altra parte del mondo in tutta serenità.
Tanti sono gli aspetti che ci hanno portato ad una riflessione sulle differenze tra la loro cultura e la nostra, cominciando per esempio dalla scuola, dove noi abbiamo avuto la possibilità di seguire le lezioni degli studenti americani a cui eravamo affiancati per tre giorni. Lezioni che abbiamo scoperto essere completamente diverse l’una dall’altra! Le materie spaziano dal cucito alla criminologia, passando per psicologia a fotografia; alcune sono obbligatorie in particolare ai primi due anni di high school, ovvero freshman e sophomore, come matematica e storia. Ma quello che ha affascinato tutti noi è stata la possibilità di scegliere ed eventualmente variare il proprio percorso, adattandolo ai propri interessi e consentendo allo studente di maturare non solo attraverso l’apprendimento di cose diverse ma anche grazie alla conoscenza di persone nuove.
Infatti qui c’è sempre la possibilità di incontrare ragazzi e ragazze nuove, dal momento che non ci sono delle classi fisse come in Italia; inoltre, ogni insegnante ha la propria aula, che personalizza con cartelloni colorati e libri! Insomma, mettendo piede in una di queste classi sembra di entrare in un contesto unico allestito meticolosamente da ogni professore!
Per non parlare poi dell’apprendimento, lì molto diverso dal nostro, essendo le attività prettamente pratiche e concrete, non teoriche: il che significa per esempio che è attraverso un progetto in laboratorio di fisica che si impara un determinato concetto, appreso e ricordato con l’esperienza. Test e verifiche fanno comunque parte della quotidianità scolastica ma ciò che si impara rimane parte del bagaglio anche quando passano ad un altro argomento.
Ciò che infine noi studenti italiani non potremo proprio mai dimenticare sono le lezioni di italiano (ebbene sì, a Winchester High School i ragazzi possono scegliere di studiare anche lingue straniere, tra cui appunto italiano, francese e spagnolo!). L’insegnante con passione per il proprio lavoro riesce sempre ad animare le lezioni, motivando gli studenti e regalando loro perfino oggetti come delle piccole bandiere italiane di carta per premiare un discorso fluido in italiano; c’è partecipazione ed entusiasmo, tranne nei giorni in cui gli studenti sono particolarmente stanchi e presi dai vari impegni che costituiscono le loro giornate. Infatti se c’è un aspetto preponderante che abbiamo rimarcato durante questa esperienza, sono stati i numerosi hobby anche al di fuori della vita scolastica dei ragazzi, come lo sport, il teatro e perfino impegni lavorativi per alcuni! I ragazzi sono attivi tutti i giorni della settimana tra gare sportive, allenamenti, prove di spettacoli e di coro, oltre ad essere loro riconosciuto l’impegno profuso sui banchi di scuola e in attività extracurricolari, come accade per esempio per coloro facenti parte della National Honor Society, organizzazione che, durante una cerimonia che si tiene una volta all’anno, li gratifica dedicando a loro un’intera serata.
Oltre alla bellissima e ricca città di Winchester, abbiamo avuto modo di visitare molte delle attrazioni per cui il territorio è maggiormente conosciuto, come per esempio l’università di Harvard e il MIT (Massachussetts Institute of Technology), e abbiamo toccato con mano la storia alle origini di Boston e dell’America che proprio poco tempo prima di partire avevamo approfondito a scuola, percorrendo il cosiddetto freedom trail. Ma non finisce qui: abbiamo trascorso una mattinata al planetario della città e anche visitato l’aquario, oltre ad essere saliti sulla ricostruzione della nave Mayflower, la nave che ha portato nel lontano 1620 i padri pellegrini qui proprio dall’Inghilterra.
Sono stati dodici giorni intensi, con qualche sorpresa – che in un viaggio non può mai mancare!- e possiamo dirlo, a volte stancanti…un giorno abbiamo camminato per ben 12 chilometri in un’ora per non perdere il treno! Ma perlomeno abbiamo smaltito in parte tutto ciò che abbiamo mangiato in quasi due settimane di cibo americano, tra cui le ciambelle di Dunkin’ Donut, le patatine fritte e gli enormi caffé di Starbucks, una presenza fissa tutti i giorni a tutte le ore per i nostri amici di Winchester. Quello che però possiamo dire a esperienza conclusa è che ha davvero lasciato un segno dentro ciascuno di noi e che soprattutto ci ha uniti molto a livello di classe… insomma, fosse stato per noi saremmo rimasti tra le aule di Winchester High School ancora un po’!
Ed ecco alcuni dei ricordi che conserviamo con un sorriso di questa fantastica esperienza:
MARTINA: “Prima di partire immaginavo Boston come una città super moderna, piena di enormi grattacieli: in parte avevo ragione, ma c’è di più. Infatti facendo scendere lo sguardo dalla sommità degli enormi palazzi che ti sovrastano, puoi ritrovarti davanti a un edificio storico.
I mattoni rossicci delle case in stile europeo creano un contrasto con la modernità dei grattacieli che trovo affascinante. Mi ha colpito come storia e modernità convivono in questa città.”
ANGELICA: “Di questa esperienza americana mi resterà sicuramente impressa la scuola: la mia host sister studiava fashion design!
Una lezione durante la quale si insegnava agli studenti a cucire, ricamare, lavorare a maglia e si fabbricavano così diversi capi d’abbigliamento che poi effettivamente indossavano, tra cui pantaloni del pigiama, gonne, top, fasce per capelli e molto altro. Ognuno col suo tavolo da lavoro fornito di macchina da cucire, ferro da stiro, aghi, spilli e una infinità di tessuti di mille colori e fantasie.
Tutto ciò si svolgeva di fianco all’aula di cucina che era tenuta dalla stessa insegnante di fashion design, direi un mix bizzarro, classe a cui non ho avuto il piacere di assistere ma sbirciando da fuori ho potuto scorgere un aula piena di vere e proprie cucine, una per ogni ragazzo!
La mole di studio è ridotta rispetto alla nostra, anche se le attività o compiti da fare, a differenza della scuola italiana, dove purtroppo queste attività riempiono il pomeriggio dello studente, sono svolte in ore appositamente a ciò dedicate, che chiamano “free blocks”, tenute in delle aule vuote, in biblioteca o nella mensa della scuola.
Di conseguenza dalle 3:07, orario dell’ultima campanella, i ragazzi sono liberi di coltivare le proprie passioni: chi si dedica allo sport, chi al teatro, come la mia sorella ospitante, e la maggior parte di loro trova il tempo nel pomeriggio o nel weekend per avere anche un lavoretto part time per farsi qualche soldo; se penso alla mia vita onestamente non riuscirei a inserire un lavoro neanche part time e conciliarlo coi miei impegni scolastici. D’altronde i ragazzi americani già dai 16 anni devono sostenere i costi del carburante per la macchina!”
PETRA: “Sono rimasta molto colpita dalla sicurezza nelle case: rispetto alla nostra quotidianità, a Winchester c’è un un atteggiamento più rilassato nei confronti del problema dei furti. Spesso le porte non vengono chiuse a chiave e gli allarmi non ci sono in tutte le case…qualcosa che non riuscirei ad immaginare qua da noi!”
ALISSIA: “Una cosa che mi ha veramente colpito durante la mia esperienza a Winchester riguarda le origini italiane della mia famiglia ospitante, infatti i nonni si erano trasferiti negli Stati Uniti molti anni fa. Io e la mia compagna di classe, che viveva con me, abbiamo avuto la fortuna di conoscere la nonna, una donna molto dolce e sempre molto disponibile. Come tutta la famiglia anche lei era entusiasta di averci lì e di poter parlare con noi anche nella sua lingua madre, ci ha raccontato un sacco di storie sulla sua vita e da ciò che raccontava si poteva chiaramente percepire quanto lei sia ancora molto legata all’Italia e alla nostra cultura. Nonostante tutti gli anni passati negli Stati Uniti si tiene ancora informata su tutto ciò che accade nel nostro paese e parlandone molto con i suoi figli e i suoi nipoti ha trasmesso anche a loro l’amore per l’Italia. Era, infatti, molto contenta del nostro arrivo soprattutto per la sua nipotina Gabriella, con la quale abbiamo trascorso molti bei momenti insieme nonostante i 4 anni di differenza. Mi ha colpito molto quindi trovarmi in una casa dove si potevano respirare due culture di due paesi molto diversi; questo ha permesso a noi di arricchirci ma allo stesso tempo di portare in questa famiglia il nostro vissuto. Ci siamo sempre sentite ascoltate, tutta la famiglia infatti si è sempre dimostrata molto interessata a noi e a quello che avevamo da dire: è stata un’esperienza che non dimenticherò e sono davvero grata di aver trovato una famiglia così disponibile e accogliente nei miei confronti, con la quale posso mantenere vivo il rapporto.”
BEATRICE: “Ciò che più mi ha colpita di Boston è la disposizione delle cittadine: ho avuto modo di constatare che senza una macchina non si riesce a fare niente! Anche solo per fare la spesa o un’attività ‘normale’ serve una macchina personale per spostarsi: poiché non ci sono mezzi pubblici, tutte le famiglie sono obbligate ad avere una macchina per ogni membro”
ASIA BALDASSI di 4AL
Io ho cura 3
“La cura è una pratica
che s’impara
con la pratica”
Ringraziamo la rete delle scuole di pace per averci dato l’opportunità nel mese di ottobre 2021 di poter aderire al Programma nazionale di cura “Io ho cura 3” collegato ai percorsi trasversali di Educazione Civica. Le attività dedicate ci hanno consentito di vivere la cura come un’esperienza di grande cambiamento personale, capace di migliorare la realtà che ci circonda.
Partendo dall’idea di osservare con un nuovo sguardo il mondo intorno a noi e rispondendo concretamente a chi ne aveva più bisogno, noi ragazze e ragazzi delle classi 1 BU e 2 BU del Liceo delle Scienze Umane abbiamo scelto di mettere al centro delle nostre esperienze di cura le persone di varie età, gli alunni in difficoltà nelle scuole primarie e il nostro territorio.
Siamo fermamente convinti che per diventare dei buoni cittadini sia necessario vivere da protagonisti e, come diceva John Dewey, imparare ad esserlo nella prima comunità democratica che è la scuola.
Abbiamo intrecciato le esperienze di cura nella scuola primaria con l’attività della Leva Civile che opera dal 1999 sul territorio di Mogliano Veneto.
Il termine Leva non ha un significato militare ma indica l’azione di “fare leva”, risollevare gli alunni dalle difficoltà di apprendimento.
Le nostre esperienze di cura ci hanno aiutato a comprendere quanto la forza della cura rappresenti un autentico strumento di pace di fronte al difficile periodo di pandemia e di guerra che stiamo ancora vivendo.
Ed. Civica al Liceo
Gli studenti delle classi 2AA, 2BU e 3AL, con il coordinamento della docente Caterina Diemoz hanno svolto il percorso di educazione civica cercando di prendere coscienza dello scenario nei loro comuni di residenza.
Potete leggere un bel resoconto su questo articolo de La Tribuna
I Fra ai Frari
La gita è stata un’occasione per approfondire meglio il rapporto tra noi compagni di classe, un legame che si era affievolito a causa della pandemia. Questi momenti sono sempre positivi e di aiuto per passare più tempo assieme fuori dalle mura scolastiche.
Durante la visita al palazzo Corner di Venezia, sede della Guardia di Finanza, abbiamo avuto l’opportunità di avere come guida il Tenente Colonnello Toluzzo, che è riuscito ad appassionarci alla sua professione tramite interessanti aneddoti. Ha chiarito alcuni termini e crimini che avevamo nominato ma non approfondito a scuola, come il riciclaggio di denaro sporco o la falsificazione di opere d’arte e il lavoro dei falsari.
Ci ha parlato della storia del palazzo e del suo contenuto artistico. Inoltre abbiamo interagito con i restauratori di un affresco all’interno dell’edificio.
Come ultima tappa ci siamo recati al sestiere San Polo per visitare la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, qui abbiamo sperimentato la modalità di “flipped classroom”, ovvero l’insegnamento dagli studenti agli studenti. Di fronte alle opere noi ragazzi, dopo aver preparato brevi spiegazioni, abbiamo portato avanti discussioni di natura storico-artistica al fine di rendere più semplice e piacevole l’apprendimento.
Non solo Greta… piccole amazzonie di casa nostra
A causare inquinamento e riscaldamento globali sono solo le deforestazioni in Amazzonia e i recenti incendi in Australia, o anche le edificazioni inutili, vuote o sfitte diffuse su tutto il territorio nazionale, e il degrado unito al rischio cementificazione che minaccia il verde rimasto?
Gli studenti delle classi 2BA e 2BU ne hanno discusso in classe tra novembre e dicembre con i volontari del comitato moglianese “Cave di Marocco”, invitati al Berto durante un percorso di geostoria.
Alla fine la risposta corale è stata: sì, la faccenda ci riguarda da vicino. Parliamo di ambiente da proteggere, andiamo alle manifestazioni qualche venerdì mattina, ma raramente ci accorgiamo di un consumo di suolo che prosegue senza sosta a pochi passi dalle nostre case, pur in presenza di leggi che a parole si propongono di fermarlo, ma che poi nei fatti concedono infinite deroghe a vantaggio dei costruttori.
Che fare allora? Si può dare una mano al comitato “Cave di Marocco” www.cavedimarocco.it. Il gruppo, che lavora da tempo a progetti con il nostro Liceo, ci ha raccontato molte cose interessanti sull’ambiente moglianese e veneto, e ha chiesto giovani che s’impegnino al suo fianco.
Nei primi anni Duemila il Comitato si oppose a un piano urbanistico di 180.000 metri cubi di edifici variamente dislocati che avrebbero ridotto le vecchie cave di argilla a una colata di cemento. Ora il rischio cementificazione non è del tutto scongiurato, perciò chiede che diventino un parco a tutela della preziosa biodiversità che si è spontaneamente creata nel mezzo secolo seguito all’abbandono dell’attività estrattiva. Del resto, nella vicina Laguna di Venezia esistono altre cave dismesse divenute aree protette: Gaggio Nord, Praello, il Bosco di Mestre.
Insomma, i buoni esempi non mancano. E ora, la parola agli studenti, di Mogliano o di altri comuni, che potrebbero impegnarsi anche nei paesi di provenienza in associazioni che abbiano a cuore la difesa dell’integrità dei tanti siti di pregio a noi vicini. In tal modo contribuirebbero anche a salvaguardare la salute del suolo, dell’aria e dell’acqua, e di conseguenza la salute e la qualità della vita di noi tutti e delle comunità di cui siamo parte.
Storia di una filanda e di una lottizzazione evitata
Dalle ville alle villette: è progresso?
Un pioppeto, un centro giovani, una piscina… a due passi dal Berto
LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI – PADOVA
Penetrando nella Cappella degli Scrovegni si percepisce la rottura di una
parete. Il muro della carta dei libri, analizzata a lungo nel tentativo di carpire
qualche frammento dell’arte giottesca, si dissolve all’istante. A quel punto è
necessario sopportare il peso enorme dello spazio che non è soltanto quello
fisico della navata, ma anche quello che l’artista fiorentino inventò, sfondando
le pareti con il suo pennello più di settecento anni fa.
I secoli che ci allontanano non impediscono però l’instaurarsi di un legame
affettivo: la preparazione scolastica che ha preceduto la visita è stata come
l’ascolto di un disco prima di un concerto, come la lettura di un testo prima di
una rappresentazione teatrale.
La corrispondenza tra l’artista, le sue opere e il pubblico trascende qualsiasi
dimensione temporale ed è forse questo uno dei più potenti apparati dell’arte.
Il tempo assai ridotto all’interno della cappella appare inizialmente come un
limite, che viene però superato dall’intensità dell’esperienza; Il diaframma
della mente si apre per permettere a quanta più bellezza di tracimare e
incidere la memoria.
Le storie di Maria e di Gesù paiono raccontate per la prima volta attraverso
volti e sguardi umani, di carne, ma al contempo così sacri, di luce. In basso le
virtù e i vizi che sfociano nel maestoso giudizio universale ricordano invece la
condizione umana di perenne conflitto tra bene e male, speranza e
disperazione che sembra quasi sospendersi in un momento di mistica
contemplazione.
USCITA DIDATTICA ALL’ ORTO BOTANICO DI PADOVA.
La Biologia, nell’ indirizzo del liceo scientifico, è una materia molto importante. E’ per questo motivo che noi ragazzi
delle classi 3°A e 3°B, il giorno 23 gennaio, ci siamo recati all’ Orto Botanico di Padova; Orto di cui tutti, almeno una
volta, hanno sentito parlare data la sua importanza ed unicità, anche a livello internazionale, visto che è annoverato
tra i patrimoni mondiali dell’ umanità dal 1997.
L’ORTO ANTICO
L’ Orto botanico vede la sua fondazione lontano nella storia ed ha il vanto di essere l’ orto universitario più antico al
mondo, che, per altro, non ha mai cambiato sede, a differenza, ad esempio, di quello altrettanto famoso, di Pisa. Più
precisamente l’ orto patavino, nasce nel 1545 allo scopo di facilitare gli studenti universitari nello studio e nel
riconoscimento delle piante medicinali.
Esso si trova dentro ad un recinto murario circolare databile 1552, e se ci si sofferma ad immaginare la struttura,
vista dall’ alto, con i suoi viali perpendicolari e la suddivisione dei suoi orti in quadrati, essa ci suggerisce uno dei
canoni tipici rinascimentali, la simmetria.
Appena entrati, si è accolti in primis da un Platano Orientale risalente al 1680: questo ha la particolarità di esser cavo
al suo interno a causa di un fulmine scagliatosi su di esso, ma di esser ancora vivo, considerato che la linfa vitale,
scorre nell’ anello più esterno, che ogni anno si sviluppa.
Durante la visita ci sono state illustrate piante velenose, a rischio di estinzione e quelle caratteristiche che
costituiscono la flora tipica del Triveneto. Una pianta che sicuramente lascia stupiti è la Palma di Goethe il cui nome
tecnico è Palma di S. Pietro: una palma alta quasi dieci metri che è anche la più antica dell’ Orto. Altre piante che ci
sono state illustrate sono, ad esempio, la Metasequoia e l’ Agnocasto. La prima, fino al 1941, era conosciuta come
carbon fossile anche se poi era stata trovata viva in Cina. Questo ha fatto si che i semi venissero smerciati in tutto il
mondo, anche all’ Orto dove sono giunti nel 1961 e messi a terra vicino alla porta sud. La seconda pianta, invece, è
vissuta fino al 1984 e il suo arrivo risale al 1550.
Poco prima di entrare nell’ “ala nuova” un’ ultima piccola selezione di piante particolari: le piante insettivore,
comunemente conosciute come piante carnivore. Queste piante sono dotate di foglie che intrappolano la
mosca/moscerino/… e, a seconda della reazione della povera preda, possono essere divise in trappole attive o
passive. Un esempio di trappola attiva è la foglia della Dionaea muscipula ellis che si richiude in una sua nervatura
centrale quando dei sensori, presenti sulla pianta, sono schiacciati dal peso della preda per più di dieci secondi. Una
trappola passiva è la drosera che, attraverso peli ghiandolari, secerne un liquido vischioso ricco di enzimi che
imprigionano l’ insetto.
Dionaea muscipula ellis.
IL GIARDINO DELLA BIODIVERSITA’
Il Giardino della Biodiversità è una grande serra di 1,5 ettari di area aperta al pubblico, nel 2014. Essa nasce nell’
ottica di proporre al visitatore uno sguardo che spazia sulle piante di tutti i climi del nostro pianeta, inserite nel loro
ambiante vitale e questo grazie alle risorse derivanti dallo sfruttamento delle energie rinnovabili di acqua e sole. Qui
sono presenti oltre 1300 diverse piante organizzate nei vari biomi terrestri: la foresta tropicale pluviale, quella
subumida, le aree temperate e mediterranee e infine le zone aride.
-La foresta tropicale pluviale: In questo bioma l’ umidità è molto elevata a causa del fatto che le precipitazioni sono
molto abbondanti, all’ incirca 2500 millilitri all’ anno. Questo bioma, che ricopre circa il 7% della superficie terrestre,
è il terreno perfetto per la crescita della pianta del cacao il cui frutto si può dire esser maturo quando è giallo.
Frutto del cacao maturo
-La foresta tropicale subumida: Le precipitazioni sono di minore intensità (800 millilitri all’ anno). Questo clima è
tipico dell’ India, della Cina meridionale e del sud-est asiatico, della giungla africana, dell’ America che si affaccia sull’
Atlantico e zone come il Venezuela.
-Il clima temperato e mediterraneo: Queste zone, nonostante coprano solo il 2% della superficie terrestre, hanno
una flora estremamente ricca, circa il 20% di quella mondiale. In particolar modo, la macchia mediterranea è quella
meno estesa: questa, oltre a essere presenti nei territori che si affacciano al mediterraneo, è presente anche nelle
zone del Sudafrica, nella regione del Capo, in California, Cile e Australia sudoccidentale (nonostante i terribili incendi
che hanno messo in ginocchio lo Stato anche dal punto di vista faunistico).
-Il clima arido: Negli ambienti caratterizzati da questo clima, le precipitazioni sono minori di 250 millilitri all’ anno. Il
clima arido può essere diviso in freddo e caldo. Un esempio di deserto freddo è quello del Deserto del Gobi in
Mongolia, mentre, un esempio di quello caldo è tutta la zona dell’ Africa settentrionale.
L’ambiente arido
E’ stato in questo ambiente che ho scoperto come la natura influisce non solo nella vita in generale, ma anche nelle
piccole cose che noi diamo per scontate. Un pratico esempio: il carato.
Noi tutti lo conosciamo come unità di misura per quelli che sono i metalli preziosi, le gemme,… . Il suo nome italiano
deriva dall’ arabo qirat che significa “carruba”, ovvero il frutto di quella pianta (il “carrubo”) che spesso si vede in
Sicilia e in sud Italia in generale. I popoli africani, infatti, che potevano vantare di questa merce di lusso, usavano
come unità di misura la “carruba” che poi, con i vari scambi commerciali, è giunta in Italia e grazie al clima mite è
riuscita a proliferare.
Nonostante il fatto che abbiamo visitato questo “museo all’ aperto” in pieno inverno, è stata un esperienza
interessante, anche per il semplice motivo che vedere l’ Orto era nella mia “lista dei desideri”da un bel po’ di tempo.
Potessi, ci tornerei il più presto possibile… chissà, magari in primavera ;)
Oggi, che il nostro pianeta subisce le pressioni di un’ industrializzazione sempre più schiacciante, dell’ avanzata della
desertificazione, del buco dell’ ozono e le immissioni di gas serra, degli incendi e dei cambiamenti climatici, questi
orti verdi sono piccoli banche preziose, in grado di racchiudere al loro interno, altrettanto piccoli, ma preziosissimi
tesori, per noi che possiamo vederli e per le generazione future che potranno gioire di piante uniche e rare come
abbiamo potuto fare noi con questa visita.
Sveva Trolese, classe 3°A
PROGETTO “MARTINA”
Il giorno 10 gennaio, gli studenti di tutte le classi quarte del nostro Liceo hanno assistito, in Aula Magna, a un incontro con i Dott.ri Maurizio e Gianfranco Bertoldi, del Lions club di Mogliano, sul tema della prevenzione oncologica. Tale incontro rappresenta una delle modalità con cui viene attuato nelle scuole, ormai da molti anni, il progetto “Martina”, nato in Veneto e poi diffusosi progressivamente a livello nazionale e internazionale, per l’alta valenza che ad esso è stata attribuita nell’educare i giovani a prendersi cura della propria salute, anche rispetto a malattie, come quelle oncologiche, che spesso erroneamente vengono attribuite solo al mondo degli adulti.
In realtà, i giovani non solo, purtroppo, possono esserne colpiti, ma soprattutto i loro comportamenti di oggi potranno incidere positivamente o negativamente sull’insorgenza e sul decorso di un’eventuale malattia oncologica in futuro. Ecco perché è importante informarli sulla necessità di avere condotte sane di vita, di agire per prevenire e per avere diagnosi tempestive nel caso di situazioni sospette. Con la fondamentale consapevolezza che oggi la lotta ai tumori è sempre più vincente e dalla malattia si può guarire.
Con un linguaggio chiaro e semplice, diretto ma non banale i dottori Maurizio e Gianfranco Bertoldi hanno saputo con sensibilità e attenzione proporre ai nostri ragazzi un argomento tanto importante.
Martina, la ragazza che ha dato il nome al progetto, morta a poco più di venti anni per un tumore della mammella non diagnosticato in tempo, ha lasciato al mondo degli adulti questo messaggio e questo impegno:
“che i giovani vengano accuratamente informati ed educati ad avere maggior cura della propria salute … certe malattie sono rare nei giovani ma proprio nei giovani hanno conseguenze molto pesanti”.
https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/prevenzione-per-tutti/codice-europeo-contro-il-cancro
Allegati
25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Il 25 Novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1960, dopo l’opposizione da parte delle sorelle Mirabal alla dittatura nella Rep. Dominicana.
Oggi, nonostante il continuo cambiamento della società in cui viviamo, la figura della donna viene ancora messa in ombra e maltrattata…
Si coglie l’occasione per ricordare ancora una volta le vittime di violenza, sia fisica che mentale.
La nuova Bertuccia
è on line il sito della Nuova Bertuccia
https://lanuovabertuccia.wixsite.com/lanuovabertuccia
Tutti gli studenti sono invitati a mandare i loro articoli e testi al giornale tramite l’email: lanuovabertuccia@gmail.com
Pianeta Terra e salute: un’alleanza sostenibile
Venerdì 25 ottobre 2019 diciotto studenti rappresentanti delle classi quarte e quinte di Scienze Applicate
del nostro Liceo hanno partecipato al Convegno “Pianeta Terra e salute: un’alleanza sostenibile” presso il
Park Hotel Villa Fiorita di Monastier.
Temi principali del convegno sono stati il riscaldamento globale, l’inquinamento di aria e acqua e la perdita
di biodiversità, processi tutti legati all’impatto delle attività antropiche sul nostro pianeta.
Hanno relazionato economisti, medici, climatologi, psicologi, pediatri, sindaci e biologi. Gli alunni hanno
partecipato attivamente anche ad un World cafè.
Le nostre classi nelle settimane precedenti l’evento hanno realizzato due poster, esposti durante il
convegno, dal tema: “Quanto siamo importanti: in prima linea per riprenderci il futuro”. Nel primo poster è
stata analizzata l’importanza della biodiversità e di come la stiamo perdendo ad un ritmo elevato; nell’altro
poster sono state indicate alcune azioni necessarie per contrastare l’inquinamento a beneficio degli stessi
organismi.
I due poster saranno affissi all’interno della nostra scuola in modo che tutti gli altri studenti possano avere
la possibilità di visionarli.
IN DIRETTA DALLA GRECIA
Ultima notte ad Atene. Le luci soffuse della deserta hall di un hotel ci aiutano a rievocare emozioni appena vissute.
È stata una sensazione di ritorno ad un mondo familiare, non di un primo approdo, quella che ci ha pervaso dal momento in cui siamo sbarcati sul suolo Greco. Tanti moderni Ulisse in una piccola personale Odissea per ricongiungersi alla propria identitá, per vivere finalmente tra i filosofi, i tragediografi e, perché no, gli dei con i quali da anni dialoghiamo.
A camminare con le proprie gambe sull’Acropoli si è testimoni di un’osmosi tra tempi che furono e che saranno, si è parte della sua storia, del suo passato, che non smette di essere.
Un viaggio in cui abbiamo potuto riconoscere, e non conoscere, l’enigmatico sorriso della sfinge di Delfi, il contrasto tra il bianco marmo del tempio di Poseidone e il blu del mar Egeo, l’imponenza delle ciclopiche mura di Micene.
E così come ad Olimpia, anche noi abbiamo acceso una fiaccola sempiterna: quella della conoscenza… perché la cultura è quello che rimane quando si è dimenticato tutto.
25 ottobre 2019
dalla Grecia, i ragazzi e le ragazze della 5AC
La studentessa MATILDE FOSSALI selezionata per le INTERNATIONAL PHILOSOPHY OLYMPIAD
La studentessa MATILDE FOSSALI, della classe V A classico, dopo essersi qualificata al primo
posto nella selezione regionale delle Olimpiadi di Filosofia nella sezione in lingua inglese, ha
partecipato nei giorni 13-15 maggio alla finale nazionale a Roma ed è stata selezionata per
partecipare anche alla successiva fase internazionale della competizione: XXVII
INTERNATIONAL PHILOSOPHY OLYMPIAD (Roma 16-19 maggio 2019)!
Grazie Matilde e congratulazioni !
Ludi Canoviani
Per il secondo anno consecutivo la studentessa Ginevra Caputo si é classificata tra i finalisti dei Ludi.


Giornata in memoria delle vittime della mafia
Il 21 marzo le classi III C e terza AA del liceo Giuseppe Berto di Mogliano Veneto hanno preso parte alla manifestazione svoltasi a Padova per la giornata in memoria delle vittime di mafia. All’evento, organizzato dalle associazioni Libera e Avviso pubblico, hanno partecipato migliaia di persone tra cui moltissimi giovani studenti dell’universitaria e delle scuole superiori.Il corteo con bandiere e striscioni ha sfilato per il centro della città fino a raggiungere Prato della Valle qui dopo aver ricordato i nomi delle vittime della mafia Don Ciotti ha tenuto il suo discorso nel quale ha sollecitato l’importanza di alzare la voce quando molti scelgono un prudente silenzio. Sono parole le sue che dette di fronte a un pubblico di giovani pieni di speranze e voglia di cambiamento per ciò che è ingiusto verranno prese come esempio per cercare di costruire un futuro migliore.
Santarossa Margherita
GRAZIE JACK
Massimiliano Barbieri, Marta Filippini, Andrea Quagliotto, Massimi Secco.
Testimoni di giustizia. Incontro con Rocco Mangiardi
Nella giornata del 14 febbraio abbiamo partecipato ad una conferenza tenuta da Rocco Mangiardi, cittadino di Lamezia-Terme, chiamato “testimone di giustizia” che ha avuto il coraggio di denunciare un tentativo mafioso di estorsione. Tuttavia lui stesso non si identifica nella appellativo a lui attributo in quanto ritiene di non aver compiuto nessun azione così degna di nota: ognuno di noi dovrebbe comportarsi in modo altrettanto onesto.
Nel dibattito finale è emerso il ruolo importante svolta dalla sua famiglia che gli è stata vicina supportando le sue decisioni. Infine ha sottolineato il cambiamento che sta avvenendo in Calabria, nonostante i media si ostinino a divulgare solo notizie di cronaca nera.
Anna Roccaforte, Margherita De Mattia, Lucrezia Fiamengo, Benedetta Vianello, Gaia Casarin, Matteo Meggiato, Aurora Ferraro, Filippo Drago, Marta Filippini, Anna Zanetti e Letizia Micheletti
30 Novembre. Giornata mondiale contro la pena di morte
Il tutto è iniziato con un dibattito in classe molto animato, grazie al quale sono emersi pareri contrastanti riguardo la pena di morte; si sono distinti all’interno della classe due gruppi avversi, uno a favore e uno contro la pena di esecuzione capitale.