UN AMBIENTE SANO E’ UN DIRITTO

Negazionismo vs allarmismo. Di questo, opinionisti di sinistra e di destra si accusano a vicenda sui media a proposito del cosiddetto “riscaldamento globale”. Intanto, un po’ ovunque estati sempre più torride si alternano a tempeste e alluvioni sempre più distruttive. 

Allora, che può fare uno studente di davvero alternativo al “bla bla” giustamente deriso da Greta Thumberg? può usare i sensi guidati dalla ragione, come insegnava San Tommaso: evitando di affidarsi alla sola ragione, come pensava Cartesio, e divenendo vittima di questa o quella ideologia. 

 

Dal 2019/2020, a usare sensi e ragione hanno provato – finora con ottimi risultati – le classi 1 AA, 1 BU, 2 AL (a.s. 2020 – 2021) e le classi 1 CA e 2 AL (a.s. 2022-2023) documentando nella mappa interattiva qui sotto casi concreti di degrado, dissesto, abbandono, cementificazione nell’area tra Treviso e Mestre, al centro della quale si trova il Liceo Berto. Per farlo, sono andati sul posto, visto e toccato con mano. Su queste basi hanno rivolto domande ad amministratori e cittadini, e vagliato fonti attendibili sui casi esaminati.

 

Ne hanno ricavato che agli “scettici ambientali” va risposto in modo non ideologico per non essere ripagati con la loro stessa falsa moneta, e perché questa battaglia non sia gravida di chiacchiere e sterile di risultati. Allora, più che dire che il riscaldamento globale è “colpa” dell’uomo, diciamo che in estate le ondate di calore sempre più intense ci sono dove c’è più asfalto e cemento; che si ha un bel rafforzare gli argini dei fiumi – spesso inquinati – se poi in riva a quelli si costruisce, e se diluvia l’acqua “pattina” sul cemento trasformando in fango e detriti quanto trova sul suo passaggio. Non opinioni ma dati, fatti, notizie di cronaca. 

 

E a chi ci accuserà di far politica perché Michele o Martina hanno usato nomi e cognomi, diciamo che la politica va fatta. Perché se in Cina, in sei anni, un team di scienziati è riuscito a riforestare un deserto ristabilendo il clima umido che aveva perduto, in Veneto qualcosa in più si può e si deve fare per restituire un minimo di aria respirabile e di acque e suoli non contaminati a questo lembo di Pianura Padana, oggi una delle aree più inquinate d’Europa. 

Per tutti questi motivi ci auguriamo che questa mappa serva a tutti, per ricordare senza paura i nostri diritti, e i doveri di chi ci amministra: anche fuori dal nostro liceo.

 

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